martedì 16 dicembre 2014

L'attualità del Kampf

Nella        mente
di Adolf
"Non finisce, non finirà mai"
Gunter Grass, da il Il passo del gambero

Un libro, uno 
sterminio
          di Matteo Tassinari
"Cognome: Hitler. Nome: Adolf. Professione: scrittore". È questa la professione dichiarata dal futuro capo del Partito nazista, sui moduli per la dichiarazione dei redditi spediti al fisco tedesco. Certo, sentire Adolf Hitler scrittore, sembra più una burla che altro. Una definizione che appare quanto meno incongrua e disarmonica, come un urlo o sibilo eterno (in questo caso possono anche essere la stessa cosa). Leader di una formazione politica ultranazionalista e razzista, fautore della violenza e dei colpi di mano, tribuno populista, responsabile di cinque campi di concentramento, no, il futuro dittatore non sa nulla della letteratura. Il Kampf è pura isteria nazionalista fobica.
Dopo essere stato
condannato per un tentativo di colpo di Stato nel 1923, approfittò di alcuni mesi trascorsi in carcere, nella fortezza di Landsberg, per scrivere un lungo testo che sarebbe stato di lì a poco pubblicato con il titolo Mein Kampf (“La mia battaglia”). Dichiarandosi uno “scrittore”, lega il proprio destino all'opera che realizzò. Arringa di estrema violenza, dai toni apocalittici, redatta in una cella spartana da un agitatore politico megalomane, dissociato dalla realtà. Il Mein Kampf diventerà uno dei testi politici più venduti di tutti i tempi.
Ancor    prima
che Hitler
pensiero salisse al potere nel '33, viene acquistato da centinaia di migliaia di lettori divenendo all'epoca uno dei libri più venduti al mondo. Sotto il Terzo Reich, il Mein Kampf, pone sulla Germania nazista il proprio sigillo, suggellando in questo modo e su questo testo, il proprio timbro, codice e simbolo, come a dire la Germania è cosa nostra. Il numero di copie in circolazione raggiunge la colossale cifra di quattordici milioni e il libro in ogni Paese del mondo non accennava a rallentare le sue vendite. Definito la “bibbia nazista”, e donato a tutte le coppie che si uniscono in matrimonio, edito in versioni condensate e adattato a fumetti, pubblicizzato con metodi innovativi, viene stampato persino in versione braille affinché anche i ciechi ariani potessero "beneficiare" della bibbia laica nazista.
I  lettori
del
Kampf
Il Mein Kampf, non è da considerare solo un libro tedesco, pubblicato e venduto in Germania. Durante gli anni '30 viene tradotto in venti lingue divenendo un best seller mondiale e nella storia. Secondo l'associazione Hateprevention.org dal 2008 ad oggi, sono state vendute circa 70 milioni di copie del volume in tutto il mondo. Secondo voi il nazismo è passato?Ovunque, i lettori ne sono, a seconda dei casi, affascinati, disgustati o incantati. In Francia il libro è oggetto di uno scontro editoriale la cui posta in gioco è nientemeno che il destino della nazione di fronte alla Germania hitleriana. Il Kampf non ha mai smesso di essere un best seller. Dal 1945 in poi, il riferimento del nazismo ha venduto milioni di copie negli altri paesi. 
I nazisti avevano progettato di andare sulla luna

Dal libro di un autodidatta
Secondo la rivista americana Under88, solo la versione in inglese ha venduto ogni anno circa 10 milioni copie vendute. In Francia, un editore d'altri tempi, continua a ripubblicarlo in modo del tutto legale e il libro compare nella classifica dei titoli di maggior successo anche in altri paesi. In Turchia ne sono state vendute ottantamila copie in un solo anno, in India suscita grande entusiasmo, incomprensibilmente, visto che è il Popolo spirituale al mondo. L'interesse che lo circonda è costante anche in altre nazioni, come la Russia, l'Indonesia, l'Egitto e il Libano. Ciò può apparire inaccettabile, ma è solo la realtà dei fatti. Quanti anni dopo essere stato scritto e a oltre sessant'anni dalla scoperta dei campi di sterminio nazisti, il Mein Kampf trova ancora eco e corrispondenze, in quantità incredibili. Che avesse ragione Gunter Grass, "non finirà mai?".
Da calzolaio,
prima ancora aiutante
mugnaio in casa di suo zio Johann Hitler, poi l'aiuto del macellaio di fronte a casa per un anno. Si diede la politica e il mondo non lo sapeva, ma stava per essere allucinato nei plessi essenziali delle libertà individuali! 
Nasce tutto da quel libro, il Mein Kampf, che tradotto significa "La mia lotta" o "La mia battaglia". Negli anni '30 è venduto al prezzo di 12 reichsmark e stampato nello stesso formato solitamente usato per la Bibbia, anche questo era un segnale evidente delle intenzioni di questi folli assai ben poco sacri, per giocar a "parola" con un tizio. Anche in versione Low Cost secondo l'associazione Hateprevention.org dal 2008 sono state vendute circa 70 milioni di copie del volume in tutto il mondo. Il caso più clamoroso è quello della Turchia, dove il Kampf furoreggia. Da allora il Mein Kampf, è sempre stato smerciato da librerie, bancarelle e negozi dell'usato, anche in una versione super economica da circa 3,5 euro. L'ultima edizione pubblicata è andata letteralmente a ruba, vendendo 100 mila copie in soli tre mesi.

 Il Kampf, best seller
Frettolosamente relegato in un angolo della memoria, riposto sullo scaffale dei libri maledetti che crediamo di conoscere ma che ci rifiutiamo di aprire, affascinante e al tempo stesso disgustoso. Come un brutto ricordo, di cui non riusciamo a liberarci. È quanto meno stupefacente scoprire come la vicenda del Mein Kampf sia in gran parte sconosciuta.
Hitler a 10 anni
   Le    storie
  sul Kampf,
attraversa i decenni, frutto della mente del responsabile di crimini senza precedenti, è costellata di zone d'ombra. Naturalmente il contenuto del volume è stato più volte esposto, esaminato e spiegato. Ma ciò che non è mai stato oggetto di studio è come è stato realizzato, i commenti che ne hanno accompagnato la pubblicazione, l'impatto che ha avuto sulla nascita e lo sviluppo del Terzo Reich, l'accoglienza da parte del pubblico, la diffusione a livello internazionale, fino al suo itinerario postbellico, per non parlare della domanda più semplice che ci dovremmo porre, e cioè sapere se i milioni di tedeschi che comprarono il libro lo hanno poi anche letto. La maggioranza degli storici e intellettuali, ha trascurato questi aspetti fondamentali per la memoria del futuro, per chi sarà di nuovo sottoposto a queste voragini d'isterismo patriottico, laddove il dirupo è un abisso è un crepaccio senza fine, una prigione senza confini.
Si è dovuti    arrivare
al 2006 perché    in
Germania venisse pubblicata una ricostruzione minuziosa della storia del Mein Kampf che si ferma al 1945. Senza volersi inserire nei dibattiti storiografici che accompagnano il vasto campo della storia del nazismo, qualche indagine storica ha inteso solo colmare qualche lacuna, attraverso il racconto dello strano destino di questo libro. La finalità, sia detto fin dall'inizio, non è soltanto storica, ma è anche morale e politica. La storia del Kampf offre lezioni tutt'altro che prive di valore per l'epoca attuale. Indagare su questo libro significa di fatto tentare di rispondere a due domande di enorme portata. Nella bibbia nazista, Hitler aveva già preannunciato la maggior parte dei suoi crimini futuri, tutti i politici dell’epoca, ambasciatori, plenipotenziari, avevano potuto prevenire il massacro che poi ebbe inizio. Il terrore programmato, il progetto razzista e totalitario, la dichiarata volontà di dominare il mondo, è sempre stata evidente da 200 anni e niente giustificazioni.
L'ondata      isterica
di un popolo
Sche questa domanda ce la siamo fatta tutti, ma diventa impossibile non rifarla ogni qual volta si ritorna su questo massacro senza confini. Questo non è mai stato un libro oscuro o ermetico, anzi vi è scritto tutto, dai campi di sterminio all’organigramma da attuare in tutto il mondo. Insomma, la follia di Adolf Hitler non era ancora esplosa, ma in molti, che sapevano quanto sarebbe successo, non dissero e fecero nulla.
Presentato al pubblico, venduto in libreria fin dal 1925, il Mein Kampf non avrebbe potuto - anzi, dovuto - avvertire il mondo della minaccia che Hitler rappresentava per l'umanità intera? Questo dubbio tormentava per esempio il filosofo tedesco Viktor Klemperer, testimone impotente dell'oppressione nazista. Disse: “Com'è possibile che l'opinione pubblica sia venuta a conoscenza di questo libro, e nonostante ciò siamo arrivati ugualmente al regime di Hitler, quando la bibbia del nazionalsocialismo era in circolazione già anni prima che lui prendesse il potere?". Questo rimarrà sempre per me il più grande mistero del Terzo Reich.
Le idee     del Kampf,
vivono     ancora oggi!
Non meno inquietante è la seconda domanda: le idee contenute nel Mein Kampf sono vive ancora oggi? C'è in questo libro un fuoco che cova sotto le braci? Il Mein Kampf contiene davvero un veleno come pensavano le forze alleate, che alla fine della Seconda guerra mondiale decisero di bandirlo per sempre? C'è poco da scherzare.
Ho il dono di saper ridurre tutti i problemi all'essenziale” ebbe a dire di se Hitler, svelando in tal modo uno dei segreti del successo. Il Mein Kampf si nutre dei sentimenti che agitano all'epoca tutto l'Occidente. Una violenta passione nazionalista, l'odio nei confronti della modernità democratica e nemici giurati del liberalismo, ma anche una fede ingenua nella scienza.
























Sotto la penna di Hitler prendono
forma di un ultranazionalismo, intriso di romanticismo e eccidi di massa, mirante alla supremazia assoluta della Germania, di uno scientismo malsano, derivante dal neodarwinismo o il quale la vita è una lotta dove solo i più forti sopravvivono. Teorie di Joseph Arthur de Gobineau, che deve infatti la sua notorietà all’opera (Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane, pubblicato per la prima volta nel 1853-54 in 500 copie a spese dell'autore), che si pone tra i testi basilari del pensiero razzista contemporaneo. Fu legato da un rapporto di stima e amicizia con Alexis de Tocqueville, che gli fece da mentore nella sua carriera e lo assunse come capo gabinetto. Proprio con Tocqueville Gobineau intrattiene una fitta corrispondenza sui temi della libertà e della razza (Del Razzismo. Carteggio 1843-1859).
Quello che fa più rabbia, non è l'imbecille, ma i due che gli ridono a fianco

Scritto per gioco












Pensate, uno così che discetta di umanità e la suddivide in razze, cosa ne può nascere? Riprendendo le tesi dell'estrema destra tedesca, il Mein Kampf è un libro dalle molte chiavi di lettura, in grado di soddisfare le aspettative più diverse: l'antisemitismo e l'anticomunismo occupano un posto di rilievo, l'odio viscerale per la Francia è totale, la difesa dell'esercito è sempre inflessibile e una forma di egualitarismo tendente all'abolizione delle classi sociali offre alla maggioranza un posto nel progetto politico del nazismo.
Base Marina Militare Usa
Inoltre,
esso soddisfa
tutti
coloro che potevano nutrire preoccupazioni razziali ed eugenetiche. Di conseguenza, l'opera si rivolge a un largo pubblico ed a categorie potenzialmente antagoniste come operai, contadini, borghesi, militari, anarchici, ex combattenti che si possono riconoscere nel percorso compiuto dallo stesso Hitler, ma anche magnati dell'industria, che vedono in lui un uomo d'ordine capace di irretire le classi popolari. In questo libro ognuno può trovare quello che preferisce. Oggi non si può leggere il Kampf senza avere ben presente che il progetto in esso contenuto è stato realizzato quasi per intero, senza cioè pensare ai crimini commessi dal suo autore. Ma ben diversa era la situazione di chi apriva il Mein Kampf nel 1925, trovandosi sotto gli occhi un libro politico e una testimonianza di bruciante attualità. Ma nessuno fece nulla.
Vignetta di Mauro Biani, Manifesto


 Non finirà mai
Che è opinione diffusa che il Mein Kampf sia un libro dell'orrore, un compendio di farneticazioni, si può anche continuare a considerarlo tale. Ma solo dopo averlo debitamente contestualizzato e bene compreso nella sua autentica dimensione non già di causa bensì di effetto degenerativo della cultura intera tutta occidentale. Non è, in breve, solo un fatto solo tedesco. E non finirà mai.