martedì 31 maggio 2016

Mutamenti in assenza d'interessi

Magnifiche
e progressive


               di Matteo Tassinari
C'è chi il bicchiere lo vede sempre pieno, beato lui, mezzo pieno e chi non sa rassegnarsi al pensiero che è, in realtà, già mezzo vuoto. C'è chi avanza spensierato nella ferrea convinzione che la “vie” è proprio “en rose”, che la Nazionale arriverà comunque pronta all’appuntamento del 1990, che le nostre sorti sono, davvero, “magnifiche e progressive”, che il prossimo governo ruberà meno e che Usa e Urss deporranno definitivamente le armi e chi si è già fasciato la testa. La Borsa crollerà ancora, la fascia di ozono si bucherà di più e il sole ci arrostirà tutti, la nuova prof. di matematica ce l'avrà sicuramente con noi.
Perché? Ce lo meritiamo, che domande, chiedetelo a Equitalia, onde evitare di rimanerne pericolosamente invischiati nella lingua del diavolo. Come si diventa pessimisti? Ho sempre pensato che dipenda dall’ambiente e dall’educazione impartita. Una struttura troppo rigida, con sanzioni inderogabili (se ti comporti nel tal modo sicuramente commetti una mancanza) crea un atteggiamento di profonda insicurezza e la conseguente perdita di fiducia nelle proprie capacità. Ancora. Una famiglia che abbia al suo attivo, una serie di fallimenti, comportamentali o nei rapporti affettivi, trasmette facilmente una visione pessimistica della realtà.
“La metamorfosi” di Kafka.
Alienazione dell’individuo nella società del consumo
Il ragazzino abituato a vedere in casa i genitori che litigano non crescerà con una gran fiducia nei rapporti di coppia. Poi c'è una variabile casualità: mi licenziano, mi sfrattano, mi rubano la macchina, la fidanzata mi lascia, be’, davvero non c'è molto da stare allegri.
L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza. Mancanza d'interessi, sensazione di grigiore, appiattimento. La vita come routine, sempre uguale, priva di stimoli. Assenza di forza di reazione. Poi disturbi fisici, a cominciare da quelli dell’apparato digerente. E nel comportamento?
    Dominanza della negatività
Il pessimista elabora un meccanismo perfezionatissimo che lo coinvolge in un circolo vizioso. La sua situazione vissuta al negativo lo porterà a sprecare tutte le sue energie per cercare di difendersi da possibili ostacoli, senza rendersi conto che a poco a poco, l’atteggiamento difensivo diventa condotta di chiusura nei confronti del mondo. Per dirla con Brecht, il pessimista è uno che se può scegliere fra due mali li prende entrambi, ma è pure vero che il pessimista è uno che si è informato. (Proverbio russo). Basterebbe la presenza di un unico scarafaggio a rovinare del tutto il carattere invitante di una ciotola di ciliegie, mentre una ciliegia non farebbe niente a una ciotola di scarafaggi. Il negativo vince sul positivo sotto molti profili e l’avversione alla perdita è una delle tante manifestazioni di una vasta dominanza della negatività. 
Los Angeles, Dede, l'uomo albero
 Ogni età è amletica
Lo spazio vivibile si restringe sempre di più e scatta il meccanismo di fuga della realtà. Le fughe privilegiate, lasciando da parte le droghe, sono i maghi, cartomanti e fattucchiere. Si dopo la morte di Steve Jobs siamo ancora a combattere contro stregoni, streghe e santanchè. Ecco allora che si consultano affannosamente oroscopi, si consultano le carte da “specialisti” e si elaborano meccanismi ritualistici per esorcizzare i pericoli.

Ecco allora che si consultano affannosamente oroscopi, si consultano le carte da “specialisti” e si elaborano meccanismi ritualistici per esorcizzare i pericoli. Ad un primo rituale si sovrappone un secondo, fino a sprofondare al rituale dei rituali, in un circolo chiuso in cui si cerca di garantirsi la possibilità che non succeda mai niente.
Per cui cerca di prevedere lo sviluppo della situazione con un ragionamento che suona pressappoco così: "Io adesso vado lì e le dico questo, ma lei mi risponde così e allora io ... ". Valutando e analizzando domande e risposte, in realtà finisce col chiudersi molte probabilità. Diversa la situazione quando si affronta per la prima volta il mondo del lavoro, carichi di aspettativa, freschi di studi, e ci si confronta con una realtà al di sotto delle proprie aspettative.
           Rituali
Ad un primo rituale si sovrappone un secondo, fino a sprofondare al rituale dei rituali, in un circolo chiuso in cui si cerca di garantirsi la possibilità che non succeda mai niente. Per cui cerca di prevedere lo sviluppo della situazione con un ragionamento che suona pressappoco così: "Io adesso vado lì e le dico questo, ma lei mi risponde così e allora io ... ". Valutando e analizzando domande e risposte, in realtà finisce col chiudersi molte probabilità. Diversa la situazione quando si affronta per la prima volta il mondo del lavoro, carichi di aspettativa, freschi di studi, una realtà al di sotto delle proprie aspettative.


 Illusioni e transfert
Insopportabile, il grande meccanismo 
Lo spazio “vivibile” si restringe sempre più e scatta il meccanismo di fuga dalla realtà. Ecco allora che si consultano fattucchiere, cartomanzia, maghi, oroscopi e si elaborano meccanismi ritualistici per esorcizzare i pericoli. A un primo rituale si sovrappone un secondo, fino ad arrivare al rituale del rituale, in un circolo chiuso in cui si cerca di garantirsi la possibilità che non succeda niente, tanto nulla basta a colui per il quale ciò che basta è poco e chi non dubita di nulla è capace di tutto e nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Pare un assurdo, eppure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni.
 Timore del buio
Kafka, esponente del modernismo e realismo magico
Guido Ceronetti, un grande
In questo caso è facile che si creino meccanismi di insoddisfazione e frustrazione, anche perché viviamo in una società individualista in cui il successo nel lavoro è considerato di primaria importanza”. Chi “vede nero” ha perso la capacità di avere un rapporto con il mondo circostante. Il nero è assenza, mancanza di colorazione, di un rapporto dinamico col reale.

E’ paura, perché si lega all’ancestrale timore del buio. Come scriveva Guido Ceronetti: "L’ottimismo è come l’ossido di carbonio: uccide lasciando sui cadaveri un’impronta di rosa". Più silenzio che assenso, ma così rischiamo l'orrore. "Sento che può essere la causa che può attirare una catena senza fine di crimini, tanto tutto quel che non si mangia, fa bene alla salute", conclude Ceronetti. 
Tombe illacrimate
Soprattutto gli spiriti grandi, gli uomini magnanimi, vivono nel ricordo dei posteri, che ne tramandano gli esempi di generazione in generazione e dalle loro tombe illacrimate, un messaggio ammonitore incita nei secoli a coltivare le antiche tradizioni, ad emulare e a rinnovare le gesta gloriose.
Anche dal punto di vista clinico, il pessimista ha perso la capacità di leggere la realtà in termini dinamici, di colore, di dare una connotazione qualitativamente positiva alle cose. Aiutare a leggere e decifrare la realtà in modo corretta, squarciando il velo nero che la offusca, può essere utile ed efficace. Infine non dimentichiamo che il pessimista è un uomo costretto a vivere con un ottimista. In fondo gli unici interessati a cambiare il mondo sono i pessimisti, perché gli ottimisti sono contenti di quello che hanno.